giovedì 15 marzo 2007

f.to Ottavio Perpetua








TRA IL CIELO E LA LINEA


Ti scrivo come a una sorella in arte, o in acqua…

E’ stato quasi un battesimo il percorso iniziato insieme,

te con le tue linee conchiuse, io con le mie astrazioni…

Hai lo sguardo del mare nelle linee di sabbia

e la dissolvenza del colore nel cuore dell’orizzonte.

Non poteva che appartenere al silenzio la matericità rarefatta della terra

che si fa polvere lunare e ondeggia nel “mare del silenzio”.

E alla luce appartiene ogni colore, volutamente inespresso,

ogni assenza diventa così luminosa presenza dell’universo,

nell’infinito distendersi del segno. Solco e traccia,

presenza umana e meditazione (come piccoli giardini zen

o misteriosi “segni” circolari venuti chissà da dove…).

E poi ancora mi dici che il respiro dell’onda è diventato il tuo pensiero

e ne deponi, come conchiglie, i segni: piccole tracce di terra dense di colore.

E ti ricordi quando, giorni fa,

un raggio di sole si è impresso nel solco di un tuo pensiero di donna di oggi,

che percorre le strade dell’ordine universale.

E la linea, dolce, sinuosa resta l’apice naturale di ogni infinito,

ha il graffio nero di grafite e l’intelligenza dell’uomo che incide di senso la vita.


Nicoletta Di Gregorio

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